Come si sono formati la Terra e i suoi vicini planetari? La nascita e l’evoluzione del Sistema solare sono da sempre oggetto di studio da parte degli astronomi. A tal proposito, un ‘laboratorio’ spaziale utilissimo è costituito dai dischi protoplanetari: si tratta di strutture discoidali di gas e polveri in orbita attorno a una stella o, più spesso, a una protostella.

Questi oggetti raggiungono dimensioni che vanno da qualche decina di unità astronomiche (U.A.) fino a circa 1000 U.A., con temperature che variano tra le decine di kelvin nelle zone più esterne sul piano dell’orbita del disco fino al migliaio di kelvin nelle parti più interne e superficiali dello stesso. È qui che hanno origine i sistemi planetari, tanto che i dischi protoplanetari sono considerate dagli scienziati le culle di tutti i pianeti.  Recentemente l’utilizzo di potenti telescopi, primo tra tutti l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (Alma) in Cile, ha permesso di individuare delle sottostrutture nei dischi protoplanetari, grazie a immagini ad altissima risoluzione. Si tratta di buchi, spirali e spazi vuoti, probabilmente determinati proprio dal processo di formazione planetario.

Ora un nuovo studio, accettato per la pubblicazione su Astrophysical Journal e disponibile su ArXiv, individua per la prima volta i meccanismi che determinano la costruzione di queste forme nei cuori dei dischi protoplanetari. Grazie a una serie di simulazioni informatiche, gli scienziati hanno scoperto che un singolo pianeta catalogato come ‘super Terra’, con una massa tra quella della Terra e quella di Nettuno, può portare alla nascita di 5 ‘strutture vuote’ in un disco. Una sorta di ‘mosaico’ spaziale che costituisce una ricca nursery planetaria.