Gamma ray bursts (Grb), o lampi di raggi gamma, sono intense emissioni di raggi gamma che possono durare da pochi millisecondi a diverse decine di minuti. Anche se sono passati più di 50 anni dallo loro scoperta il meccanismo dietro la loro emissione è ancora avvolto nel mistero. In un recente studio, un team di ricercatori, guidati da Maria Dainotti dell’Università Jagellonica, in Polonia, ricercatrice senior presso Riken e presso lo Space science institute, in Colorado, è stato presentato uno strumento per caratterizzare e classificare i Grb associati alle kilonovae – fenomeni astrofisici associati ai lampi di raggi gamma di breve durata, risultato di un’esplosione tra due oggetti molto compatti, come  due stelle di neutroni, che si fondono insieme. 

I lampi di raggi gamma sono così potenti che in pochi secondi emettono l’equivalente dell’energia emessa dal Sole durante tutta la sua vita. Sono quindi osservabili a distanze incredibilmente grandi, più di quanto possano esserlo le candele standard, oggetti astronomici di nota luminosità che vengono utilizzati come riferimento per calcolare la distanza di altri fenomeni cosmici. L’utilizzo dei Grb come nuovo tipo di candela standard potrebbe consentire agli astronomi di studiare e comprendere questioni cosmologiche che potrebbero cambiare gli attuali modelli riguardanti la storia dell’Universo e la sua evoluzione.

Per raggiungere questo obiettivo sarà necessario comprendere il meccanismo alla base dei lampi di raggi gamma, infatti nonostante decenni di osservazioni, non è stato ancora possibile sviluppare un modello completo che sia in grado di spiegare tale processo, ma sono state proposte molte possibili cause fisiche.  

Il rilevamento dell’emissione di raggi X in coincidenza con la posizione di una kilonova, potrebbe però fornire il collegamento mancante tra i Grb di breve durata e le onde gravitazionali prodotte da tali fusioni stellari. Inoltre, l’utilizzo di Grb associati alle kilonovae rappresenta un vantaggio, infatti, gli eventi Grb-Kne hanno un processo di emissione fisica più comprensibile rispetto ad altre classi di lampi di raggi gamma osservabili.

Immagine in evidenza: Illustrazione, la sonda Swift della Nasa rileva il suo millesimo lampo di raggi gamma. Nasa