Il 23 ottobre, in conferenza stampa, tre giorni dopo l’operazione Tag (Touch and Go), la Nasa ha confermato: il prelievo di materiale sulla superficie di Bennu è andato a buon fine. Osiris-Rex ha raccolto un campione molto più abbondante  – si parla di centinai di grammi – rispetto ai 60 grammi necessari per definire la manovra riuscita. Ma qualcosa è andato storto.

Le tre immagini in sequenza (foto in apertura) che ritraggono la testa del campionatore sembrano suggerire un evento imprevisto che potrebbe compromettere l’esito dell’operazione, trasformando il successo in fallimento: la sonda sembra disperdere nello spazio il prezioso frutto del raccolto.

La perdita – secondo i membri del team di missione – sembrerebbe provenire da alcune fessure nel tappo del raccogliere, rimaste aperte a causa di frammenti più grandi che non sarebbero riusciti a penetrare completamente all’interno – probabilmente per un eccesso di materiale acquisito –  lasciando in questo modo un via d’uscita al campione.

«È difficile quantificare quanto materiale sia andato perso», ha dichiarato alla stampa Dante Lauretta, principal investigator della missione. Si stima che durante le attività fotografiche la sonda abbia rilasciato fino a 10 grammi di frammenti dell’asteroide, ma fortunatamente, sempre secondo Lauretta, «il tasso di fuga sembra essere piuttosto basso quando Osiris-Rex rimane relativamente fermo».

Ora la priorità del team è quella di immagazzinare il materiale il prima possibile per limitare ulteriori fuoriuscite, tenuto conto che durante la stessa operazione di stoccaggio potrebbero andare perse fino a diverse decine di grammi. Una quantità che però non preoccupa il team di missione, se è vero che, come suggeriscono i dati raccolti finora, la sonda ha effettivamente intrappolato molto più della soglia minima dei 60 grammi.

Nei piani originali, la manovra di stivaggio era prevista per l’inizio di novembre, dopo che la misurazione del campione ne avesse confermato una quantità sufficiente. In caso contrario la Nasa avrebbe valutato un secondo tentativo di prelievo. Ma l’evento inaspettato ha convinto Lauretta e il suo team a stravolgere la timeline: per abbassare il rischio di perdere altro materiale si procederà quanto prima allo stoccaggio del campione.

Il processo di immagazzinamento inizierà quindi il 27 ottobre, dopo aver finalizzato le varie procedure e aver assicurato uno slot di tempo sufficientemente lungo sulla Deep Space Network, la rete di comunicazione dello spazio profondo a cui contribuisce anche l’Italia con il Sardinia Deep Space Antenna. Una volta stoccato, il campione raccolto, però, non potrà più essere misurato.

La sonda dovrà quindi attendere l’apertura della finestra di rientro, nel marzo 2021, per iniziare il viaggio verso casa, portando con sé una quantità di materiale sconosciuta.

Se l’operazione avrà avuto successo si saprà solo al momento dell’apertura della capsula, quindi non prima del settembre 2023, dopo che Osiris-Rex avrà fatto rientro sulla Terra atterrando nel deserto dello Utah.

Sotto: le immagini del Touch and Go