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Una rete di laghi su Marte

Quando i primi astronauti metteranno piede su Marte, troveranno un mondo meno arido di quanto si pensasse fino a pochi anni fa. Almeno sotto la sua superficie. Secondo un nuovo studio internazionale pubblicato su Nature Astronomy e guidato dall’Università di Roma Tre, al polo sud marziano esiste un complesso sistema di laghi di acqua salata.

Dopo la prima, rivoluzionaria scoperta di un lago sotto la calotta polare meridionale di Marte, avvenuta nell’estate 2018 da parte di un team italiano, la nuova ricerca oggi conferma la presenza di acqua nei meandri del pianeta rosso. «Questo è sicuramente un grandissimo risultato. È una conferma di quanto scoperto nel 2018. Noi siamo più che soddisfatti, e pensiamo che la scoperta del 2018 abbia aperto una strada che con questa nuova scoperta diventa una pietra miliare per quanto riguarda la conoscenza di Marte e del suo sottosuolo» spiega Angelo Olivieri, attuale responsabile per L’Agenzia Spaziale Italiana del radar Marsis installato a bordo della sonda europea Mars Express, che ha reso possibili entrambi gli studi.

Il lago sotterraneo individuato due anni fa grazie ai dati del radar italiano Marsis si trova a 1,5 chilometri di profondità sotto il ghiaccio, ha un diametro di circa 20 chilometri e contiene almeno alcune centinaia di milioni di metri cubi di acqua salmastra. Il nuovo studio, che per l’Italia vede coinvolti anche il Cnr e l’Inaf, ha utilizzato una metodologia di solito impiegata per trovare laghi subglaciali nelle zone più fredde del nostro pianeta. Ha poi applicato questa tecnica all’analisi dei dati di Marsis vecchi e nuovi. I risultati non solo confermano la posizione e l’estensione del primo lago scovato da Marsis, ma individuano anche nuove zone probabilmente occupate da altri laghi.

«I dati sono quelli ottenuti dal radar Marsis – prosegue Olivieri –  grazie alla sua peculiarità di riuscire a penetrare nella sottosuperficie di Marte. Quelli che sono stati ottenuti sono sostenzialmente dei radargrammi: sono nuovi dati ottenuti da osservazioni differenti che hanno confermato i risultati del 2018».

I laghi nascosti sotto la superficie di Marte potrebbero ancora oggi conservare tracce di antiche forme di vita. Ecco perché l’esplorazione robotica di queste zone marziane è così interessante, e potrebbe essere applicata in futuro anche ad altri pianeti.

«Come Asi stiamo finanziando la realizzazione di un radar simile – conclude Olivieri –   che andrà sulla missione Juice a esplorare le lune galileiane di Giove. Anche lì c’è una coltre di ghiaccio molto spessa, e speriamo con questo tipo di radar di riuscire a determinare che cosa è presente sotto questa coltre di ghiaccio, ad esempio sulla luna Europa. Un altro investimento che stiamo cercando di fare usando questa tecnologia è una nuova missione in selezione in Esa per l’esplorazione di Venere. Confermo quindi che da parte dell’Agenzia spaziale italiana c’è una forte convinzione nelle potenzialità di questa tecnologia. Pensiamo che possa realmente costituire per noi italiani un fiore all’occhiello e darci sempre più la leadership in questo settore».

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica