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Artemis III, possibili cambiamenti in vista

Artemis III potrebbe non atterrare nel polo sud lunare, questo quanto dichiarato lo scorso 14 settembre dall’amministratore della Nasa, Jim Bridenstine. La prima missione di atterraggio umano del programma Artemis, potrebbe infatti avere come sito di allunaggio lo stesso di una delle missioni Apollo.

La Nasa, che si sta preparando a far sbarcare la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna entro il 2024, con l’intento di stabilire un’esplorazione sostenibile, sta continuando a lavorare per far atterrare Artemis III al polo sud della Luna, ma durante una riunione del Lunar exploration analysis group (Leag), il numero uno della Nasa ha affermato che potrebbero esserci dei vantaggi a inviare una missione nelle regioni equatoriali della Luna, vicine ai siti di atterraggio delle missioni Apollo.

La missione Artemis prevede come sito di atterraggio il polo sud lunare, una regione importante dal punto di vista scientifico, perché si pensa ospiti depositi di ghiaccio che potrebbero fornire il supporto per l’esplorazione umana. Al momento però nessun missione umana o robotica è ancora riuscita ad atterrare nei pressi dei poli e le osservazioni di Bridenstine, sebbene solo ipotetiche, aprono nuovi scenari, suggerendo che l’Agenzia potrebbe riformulare i suoi piani.

Prima del lancio della missione Artemis III, il programma Commercial lunar payload service della Nasa prevede di far atterrare, nei pressi del polo sud lunare, lander robotici. Modificare il sito di atterraggio, influenzerebbe anche la scienza che potrebbe esser fatta durante la missione, «Per il momento, stiamo lavorando guardando come sito di atterraggio la regione polare» ha detto Renee Weber, presidente del team di definizione scientifica del Marshall space flight center.

E mentre la Nasa continua a lavorare per l’individuazione dei siti di atterraggio per le future missioni Artemis – ancora non è stato stabilito un sito per Artemis 4 – si apre il dibattito sulla commercializzazione delle risorse lunari.

Lo scorso 10 settembre infatti, la Nasa ha richiesto delle quotazioni alle società private che andranno sulla Luna, per acquistare i campioni lunari – compresi fra i 50 e i 500 grammi – che raccoglieranno una volta a destinazione, stabilendo un budget di 50 mila dollari. Lo scopo principale di questa transazione è quello di creare un precedente per l’estrazione e il trasferimento delle risorse lunari e di creare una legislazione per questo tipo di attività nell’ambito del Trattato sullo spazio extra-atmosferico, che regolamenta l’utilizzo pacifico dello spazio. «Compreremo del terreno lunare allo scopo di dimostrare che si può fare» ha detto Brindestine durante il Secure world foundation’s summit for space sustainability.

Francesca Cherubini: