Bennu perde pezzi. Questo è quanto emerge da un nuovo studio sull’asteroide target della missione Nasa Osiris Rex, ideata per prelevare campioni dalla superficie del corpo celeste e rientrare sulla Terra con il suo prezioso carico.

Dai dati delle osservazioni, pubblicati recentemente dal team scientifico della missione, è stata riscontrata una costante emissione di materiale dal corpo celeste. Un’emissione osservata per la prima volta nel 2019 e inizialmente attribuita ad un gruppo di stelle prima di comprendere che proveniva direttamente dall’asteroide.

Il team di ricerca ha osservato oltre 300 eventi in cui Bennu ha rilasciato materiale nello spazio. Queste emissioni si verificano soprattutto quando il corpo celeste si trova in determinati momenti della sua giornata, ovvero il pomeriggio e la sera. Le particelle seguono percorsi diversi: alcune vagano nello spazio, altre orbitano brevemente intorno all’asteroide mentre la maggior parte ricade sulla sua superficie. I detriti sono piuttosto piccoli – i più grandi misurano circa 6 centimetri di diametro – e non costituiscono una minaccia per la sonda; si muovono ad una velocità di 20 centimetri al secondo.

I planetologi hanno cercato di dare una spiegazione a questo fenomeno e hanno formulato tre ipotesi: rilascio di vapore acqueo, impatto di meteoroidi e stress termico.  Gli ultimi due processi, probabilmente, sono il motore di queste emissioni e confermerebbero le previsioni sulla natura di Bennu, basate su una serie di osservazioni da terra.  Lo stress sembrerebbe avere un ruolo di primo piano, perché l’asteroide, durante il suo periodo di rotazione, è soggetto ad un’intensa escursione termica che potrebbe aver fratturato le rocce. Questa scoperta, secondo gli studiosi, potrebbe essere un punto di partenza per future missioni esplorative, destinate a caratterizzare al meglio gli asteroidi e la loro evoluzione.