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Hubble e l’alone galattico di Andromeda

A 2,5 anni luce di distanza, la nostra vicina galattica, la galassia di Andromeda,  è avvolta da un immenso alone di gas, quasi invisibile, scoperto dal telescopio spaziale Hubble cinque anni fa.

Ora, i dati del telescopio hanno permesso agli scienziati di mappare, per la prima volta così nel dettaglio, l’alone galattico e definire le sue caratteristiche: esso ha una struttura a strati con due principali blocchi di gas e si estende nello spazio per circa 1,3 milioni di anni luce, raggiungendo circa metà della distanza che separa Andromeda dalla Via Lattea, (ciò significa che l’alone di plasma di Andromeda ha già ‘incontrato’ quello della nostra galassia). 

«Comprendere gli enormi aloni di gas che circondano le galassie è immensamente importante. Questo serbatoio di gas contiene carburante sufficiente per la futura formazione stellare all’interno della galassia. È pieno di indizi riguardanti l’evoluzione passata e futura delle galassie e siamo finalmente in grado di studiarlo in grande dettaglio nel nostro vicino galattico», ha commentato la co-autrice dello studio Samantha Berek, dell’Università di Yale in Connecticut. 

Lo strato più interno di gas si estende per circa mezzo milione di anni ed è molto più complesso dello strato esterno, che risulta più lineare e più caldo. Questa differenza probabilmente è il risultato delle attività della supernova nel disco della galassia, che influenza maggiormente l’alone interno. Una firma di questa attività è la grande quantità di elementi pesanti rilevati nell’alone gassoso di Andromeda, scaturiti dalle esplosioni stellari.

La galassia di Andromeda, nota anche come M31, è una maestosa spirale popolata da circa 1 trilione di stelle e di dimensioni paragonabili alla nostra Via Lattea.  È così ‘vicina’ a noi che è possibile osservarla ad occhio nudo, mostrandosi nel cielo come una macchia di luce a forma di sigaro.  Se anche il suo alone gassoso potesse essere visto ad occhio nudo, sarebbe circa tre volte la larghezza del Grande Carro.

Poiché l’alone di gas di Andromeda non emette luce, il team ha studiato gli oggetti luminosi che si trovavano prospetticamente sullo sfondo e ha osservato come si è modificata la loro luce passando attraverso il gas. La fonte ideale di luce per uno studio come questo sono i quasar, nuclei di galassie attive molto luminosi alimentati da buchi neri. Il team ha utilizzato 43 quasar che si trovano dal nostro punto di vista ben oltre Andromeda, e grazie a queste osservazioni ha potuto sondare come sia distribuito il materiale gassoso al di là del disco visibile della galassia.

Gli scienziati, in passato, hanno condotto questo tipo di studi su galassie più distanti, ma apparendo molto più piccole nel cielo, il numero di quasar sufficientemente luminosi per sondare il loro alone è solitamente uno per galassia. I dati acquisiti quindi non sono sufficienti. Con la sua vicinanza alla Terra, l’alone gassoso di Andromeda si espande nel cielo consentendo un campionamento molto più ampio.

Solo con un futuro telescopio spaziale sensibile ai raggi ultravioletti sarà possibile intraprendere regolarmente questo tipo di esperimenti, oltre le 30 galassie che compongono il Gruppo Locale.

Lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal.

Ilaria Marciano: Giornalista | Digital Addicted since 1990