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‘Oumuamua, il mistero continua

Non è una cometa, non è un asteroide né tantomeno un’astronave aliena e non è neppure un iceberg di idrogeno. Il mistero sulle origini e sulla struttura molecolare del misterioso viaggiatore interstellare ‘Oumuamua non sembra, per il momento, trovare soluzione. Lo afferma un nuovo studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters che confuta l’ipotesi precedente formulata nel 2020 da Seligman e Laughlin che descriveva ‘Oumuamua come un iceberg di idrogeno formatosi nel cuore di una gigantesca e gelida nube molecolare.

La proposta di Seligman e Laughlin sembrava promettente perché poteva spiegare non solo l’insolita forma a sigaro di ‘Oumuamua ma anche la sua accelerazione anomala, affermando che entrambe potevano essere causate dalla sublimazione dell’idrogeno sotto l’influenza delle emissioni solari.

Gli scienziati del Center for Astrophysics Harvard & Smithsonian (CfA) e il Korea Astronomy and Space Science Institute (KASI), autori del nuovo studio, si sono chiesti se un iceberg di idrogeno potesse effettivamente aver compiuto il viaggio dallo spazio interstellare al nostro sistema solare. «Il sospetto – ha detto Avi Loeb, Frank B. Baird professore di scienze ad Harvard e coautore dell’articolo – era che gli iceberg dell’idrogeno non fossero in grado di sopravvivere al viaggio – che probabilmente durerà centinaia di milioni di anni – perché evaporano troppo velocemente».

Il nuovo studio ha esplorato la distruzione del ghiaccio di idrogeno da parte di più meccanismi tra cui radiazioni interstellari, raggi cosmici e gas interstellari e la sublimazione dovuta al riscaldamento della luce delle stelle, scoprendo che quest’ultima ha l’effetto più distruttivo. Tuttavia, secondo Loeb, «la sublimazione termica mediante riscaldamento collisionale nelle nubi molecolari giganti potrebbe distruggere iceberg all’idrogeno delle dimensioni di ‘Oumuamua prima della loro fuga nel mezzo interstellare». sQuesta conclusione preclude la teoria secondo cui ‘Oumuamua avrebbe viaggiato verso il nostro sistema solare da una GMC.

Sebbene la natura e l’origine del viaggiatore interstellare sia attualmente un mistero irrisolto, Loeb suggerisce che non lo rimarrà per molto più tempo. «Se ‘Oumuamua è un membro di una popolazione di oggetti simili, allora l’Osservatorio Vera C. Rubin (VRO), che dovrebbe avere la sua prima luce il prossimo anno, dovrebbe rilevare un oggetto simile al mese. Aspetteremo tutti con trepidazione per vedere cosa troverà».

Un video del 27 ottobre 2017 in cui raccontiamo del primo avvistamento di ‘Oumuamua, che all’epoca ancora non aveva un nome

Manuela Proietti: Giornalista, photo- e videographer. Dal 2009 coordina i progetti editoriali dell'Agenzia spaziale italiana. Ha lavorato per l'Agenzia Dire e scritto per La Stampa