Occhi puntati su Marte. Luglio è il mese dell’esplorazione del mondo rosso, con le missioni Hope degli Emirati Arabi Uniti e Tianwen-1 della Cina già lanciate e la missione Mars 2020 degli Stati Uniti ai nastri di partenza.

Intanto, l’Europa e la Russia non stanno a guardare. Nonostante il rinvio a settembre 2022 della missione russo-europea ExoMars, Esa e Roscosmos continuano a studiare incessantemente il pianeta rosso. In attesa di far atterrare il rover Rosalind Franklin sulla superficie marziana, vanno avanti le osservazioni della prima parte del programma ExoMars, il Trace Gas Orbiter (Tgo).

Lanciato nel 2016, Tgo si è tuffato nell’atmosfera di Marte all’inizio del 2018. Da allora analizza senza sosta i gas che avvolgono il mondo rosso con l’obiettivo di comprenderne la composizione, svelando in particolare il mistero del metano marziano.

Ora i dati raccolti dall’orbiter di ExoMars mostrano per la prima volta la presenza di due nuovi ingredienti nell’atmosfera di Marte: l’ozono e l’anidride carbonica. I risultati, ottenuti grazie alle analisi effettuate dalla suite di strumenti Acs installata su Tgo, sono stati appena pubblicati in due articoli su Astronomy & Astrophysics. Il primo studio è guidato dall’Università di Oxford, il secondo dall’Accademia Russa delle Scienze di Mosca. Entrambi si basano su una mappatura dell’atmosfera marziana nella banda dell’infrarosso.

«Il risultato è sorprendente – commenta Kevin Olsen, leader della ricerca a guida britannica – perché abbiamo individuato questi gas alla lunghezza d’onda dove ci saremmo aspettati di trovare i segnali più forti del metano. Prima di questa scoperta, l’anidride carbonica era del tutto sconosciuta su Marte. Ed è anche la prima volta che l’ozono viene identificato nell’infrarosso».

Per il team di ExoMars, è stato un po’ come cercare l’oro e trovare i diamanti. La “firma” del metano su Marte era già stata individuata da diverse missioni, come Mars Express dell’Esa e Curiosity della Nasa, ma l’origine di questo elemento resta ancora sconosciuta. Fare chiarezza su questo mistero è uno degli obiettivi di Tgo, dal momento che il metano è considerato uno dei mattoni principali per la nascita della vita. Ma anche trovare l’anidride carbonica non è da meno. E, cosa ancor più importante, i due misteri potrebbero essere collegati.

«Scovare tracce inaspettate di CO2 mentre cercavamo il metano è stato notevole – commenta Alexander Trokhimovskiy, leader dello studio russo. – Questo elemento potrebbe aver giocato un ruolo nella rilevazione delle piccole quantità di metano su Marte. Insieme, i nostri due studi permettono un significativo passo avanti nella comprensione delle reali caratteristiche dell’atmosfera marziana».

Atmosfera che, stando ai dati raccolti fino a oggi dalle missioni marziane, costituisce circa l’1% dell’atmosfera terrestre. Capire nel dettaglio la sua composizione è la via per raggiungere l’obiettivo di tutto il programma ExoMars: scovare segnali di vita presenti o passati sul nostro vicino planetario.