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Chandra, uno sguardo all’origine del Sole

Studiare l’universo a raggi X è come avere accesso a un gigante cronometro, che permette di ricostruire fasi anche molto antiche della nostra e di altre galassie. È quanto ha appena fatto, ad esempio, un team di ricerca della Nasa grazie ai dati dell’Osservatorio Chandra. Gli scienziati hanno individuato le emissioni a raggi X di una stella molto giovane, utilizzandole come “linea del tempo” per risalire alle prime fasi di vita del Sole. I risultati, pubblicati su Astronomy & Astrophysics e disponibili sul pre-print ArXiv, permettono di dare uno sguardo all’origine della nostra stella.

L’oggetto celeste immortalato da Chandra, nome in codice HOPS 383, è considerato una protostella perché si trova nelle primissime fasi dell’evoluzione stellare, quando una nube di polveri e gas inizia a collassare per formare appunto un nuovo astro. HOPS 383 si trova a circa 1.400 anni luce da noi, e ha una massa che misura circa metà di quella del nostro Sole.

Come si vede nell’illustrazione in alto, questa protostella è circondata da due “bozzoli” (in marrone scuro) che contengono materiale in caduta verso il centro. Le zone in azzurro (visibili anche nella gif in basso) indicano le emissioni di raggi X, che a differenza della luce riescono a penetrare attraverso il materiale stellare.

Ed è qui che entra in gioco Chandra: immortalando le radiazioni emesse da HOPS 383, l’osservatorio della Nasa è riuscito ad avere una chiave di accesso ai meandri della giovane stella. Analizzando questi dati, gli scienziati hanno visto che quando la protostella emette i raggi X produce anche flussi energetici di particelle, che vanno a collidere con i granelli di polvere nel disco più interno.

È probabile che qualcosa di molto simile sia avvenuto anche nel cuore del Sole, oltre 4 miliardi di anni fa. Studiando le giovani stelle in formazione, è dunque possibile comprendere meglio le forze che hanno regolato la nascita e l’evoluzione del nostro sistema planetario primordiale.

Credits: X-ray: NASA/CXC/Aix-Marseille University/N. Grosso et al.; Illustration: NASA/CXC/M. Weiss

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica