Sale a quota 4.000 il numero delle comete individuate dall’osservatorio solare Soho, gestito da Nasa e Esa. Il merito dell’ultima scoperta è da attribuire ad uno scienziato cittadino che ha scovato la cometa nei dati dell’osservatorio.
Come la maggior parte dei corpi osservati dallo strumento, anche quest’ultimo appartiene alla famiglia delle comete radenti di Kreutz, dalle orbite estremamente vicine al Sole, composte dai detriti di un’unica grande cometa che si frammentò molti secoli fa. Prendono il nome dall’astronomo tedesco Heinrich Kreutz, che alla fine dell’800 dimostrò per primo la loro origine comune.
Un record di osservazioni, questo, che il team Soho non si aspettava di raggiungere in così poco tempo. Proprio nel mese di giugno gli scienziati dell’osservatorio, congiuntamente al team della missione Parker Solar Probe, hanno lanciato una campagna di osservazione aumentando la frequenza degli scatti della corona solare e raddoppiando il tempo di esposizione di ciascuna immagine. Questi cambiamenti nell’imaging sono stati progettati per aiutare lo strumento a raccogliere comete che, in base alla loro luminosità, sarebbero state troppo deboli per essere viste nelle normali osservazioni. Ed è proprio grazie a queste modifiche che è stata individuata la cometa numero 4.000.
Lanciato nel 1995, il telescopio ha come compito principale quello di osservare il Sole e lo spazio interplanetario ma si è dimostrato inaspettatamente un formidabile cacciatore di comete, un’attività che non era stata affatto pianificata.
Fondamentale è stato il contributo degli astrofili, poiché circa il 95% delle comete intercettate da Soho sono state scoperte dai cittadini, grazie alle immagini dell’osservatorio spaziale pubblicate online quasi in tempo reale.

La stragrande maggioranza delle comete trovate nei dati dell’osservatorio, provengono dal suo strumento Lasco, che può facilmente individuare un tipo particolare di comete denominate sungrazer, cioè comete che sfiorano o passano a breve distanza dal disco infuocato del Sole.