È stato un evento collettivo, quello che lo scorso 30 maggio ha portato per la prima volta un’azienda privata a mandare nello spazio degli astronauti. Facendoli volare dal suolo statunitense dopo ben 9 anni di stop. A preparare il countdown per il liftoff del Falcon 9 di SpaceX non era soltanto il mission control della Nasa: il lancio era atteso con fibrillazione in tutto il mondo, ed è stato seguito in diretta da milioni di persone.

Una partecipazione che per certi versi ricorda quella dello sbarco sulla Luna di 51 anni fa, primo evento spaziale seguito in mondovisione. Con la differenza che stavolta gli spettatori si sentivano a ragione parte attiva, partecipando all’inizio di una nuova era del volo umano, dove lo spazio diventa ogni giorni più accessibile.

Da un lato l’esplorazione spaziale non è mai stata così spettacolare: gli astronauti Doug Hurley e Bob Behnken, con le futuristiche tute spaziali disegnate dall’azienda di Elon Musk, parevano protagonisti di un film di fantascienza. E la scintillante capsula Crew Dragon che li ha portati a bordo della Stazione spaziale internazionale sembrava decisamente più comoda e spaziosa della Soyuz a cui erano abituati gli equipaggi – la stessa da cui ora grazie a SpaceX gli Stati Uniti si stanno rendendo indipendenti.

Ma questa spettacolarizzazione promette al tempo stesso un futuro dove viaggiare nello spazio diventerà un giorno quasi normale. E questo è il risultato della partnership sempre più stretta tra le agenzie spaziali e le aziende private. Virgin Galactic, Blue Origin e la stessa SpaceX affermano da tempo che un giorno acquistare un biglietto per un viaggio privato nello spazio sarà alla portata di molti. Potrebbe volerci un po’ più del previsto, dato l’accumulo di ritardi e una battuta d’arresto per Virgin Galactic a causa del fallimento del test del razzo Virgin Orbit. Ma anche il turismo spaziale è destinato a cambiare radicalmente nei prossimi anni.

Continua a evolversi intanto il panorama spaziale internazionale, con sempre più attori che puntano a partecipare a questa nuova corsa allo spazio. Come la Cina, che ha appena testato con successo la sua capsula per voli con equipaggio e sta lavorando per la costruzione della nuova stazione spaziale cinese. Anche in questo caso, aprendosi al settore privato: negli ultimi anni si sono affermate aziende cinesi come OneSpace e iSpace, con l’obiettivo a lungo termine di costruire vettori riutilizzabili come quelli di SpaceX.

E sempre a proposito di futuro, tutto indica che i privati avranno un ruolo fondamentale anche nella Iss. Mentre la Nasa e le agenzie spaziali partner puntano alla conquista di Marte passando per l’orbita cislunare e il Lunar Gateway, si discute in che modo mantenere attiva la stazione in orbita bassa. E una soluzione potrebbe essere trasformarla proprio in un laboratorio a disposizione delle aziende private. Per mantenere l’eredità scientifica della stazione, ma anche per dare il via a nuove attività commerciali e, perché no, di intrattenimento.

Va in questa direzione l’annuncio di qualche settimana fa del numero uno della Nasa Jim Bridenstine su una futura collaborazione con Tom Cruise per girare un film sulla Iss. Al momento non si sa altro di questa nuova Mission Impossible dell’attore che ha dato il volto al famoso Ethan Hunt, ma è chiaro ormai che la corsa allo spazio 2.0 vedrà sempre più la fusione di spettacolo e realtà.