VITA EXTRATERRESTRE/Una nuova ipotesi sostiene che la nostra potrebbe essere l’unica civiltà avanzata nell’Universo osservabile

Ilaria Marciano 25 giugno 2018

Siamo soli nell’universo? Probabilmente no, considerando miliardi di galassie simili alla nostra e i numerosi esopianeti potenzialmente abitabili, scoperti negli ultimi anni. Dunque, dove sono tutti? Come mai non abbiamo un riscontro diretto della presenta di altre forme di vita? Al dilemma, conosciuto come il Paradosso di Fermi – chiamato così in onore del fisico Enrico Fermi  – hanno provato a rispondere scienziati di tutto il mondo, che per decenni si sono cimentati nel cercare segni di vita extra-terrestre. Una nuova ipotesi, avanzata da tre ricercatori del Future of Humanity Institute presso l’Università di Oxford, sostiene che forse, la nostra, potrebbe essere l’unica civiltà avanzata nell’Universo osservabile. La teoria non esclude, dunque, la presenza di altre forme di vita, ma considera le altre civiltà non evolute e conseguentemente tecnologicamente incapaci di dialogare con altre all’esterno. L’ipotesi avanzata dai ricercatori prova a rispondere al Paradosso di Fermi, secondo il quale le distanze abissali spazio-temporali renderebbero impossibile capire o sapere se ci sono altre forme di vita oltre a noi.

Lo studio, intitolato “Dissolving the Fermi Paradox”, è iniziato riconsiderando i parametri dell’equazione di Drake, una formula matematica, proposta negli anni ’60 dall’astronomo Dottor Frank Drake, utilizzata per stimare il numero di civiltà extraterrestri in grado di comunicare con la nostra galassia. Ma l’equazione, alla luce delle attuali conoscenze, presenta molti parametri incerti ed imprecisi. Ed è proprio sul fattore ‘incertezza’ che i ricercatori si sono basati per ottenere una distribuzione delle possibili ed ipotetiche civiltà presenti nell’universo, incorporando all’equazione di Drake modelli di transizioni chimiche e genetiche di teorie relative all’origine della vita.

“Abbiamo scoperto che usando le stime approssimative si può ottenere una situazione in cui il numero medio di civiltà presenti nella nostra galassia potrebbe essere piuttosto alto – diciamo un centinaio – e la probabilità di essere soli nella galassia è del 30 %”, afferma uno dei tre autori dello studio Anders Sandberg. “Se invece proviamo a rivedere le conoscenze scientifiche, le cose diventano ancora più estreme. Le probabilità di scovare forme di vita intelligenti sono molto scarse”. Lo studio è stato pubblicato su ArXiv.