X

La timeline della dinamo marziana

Nuove rivelazioni sull’antico campo magnetico marziano. Uno studio condotto dalla University of British Columbia  – pubblicato su Science Advances e realizzato grazie ai dati raccolti dalla sonda Nasa Maven  ha fatto luce sui tempi di formazione e sull’evoluzione  della dinamo di Marte. Sappiamo che il campo magnetico globale di un pianeta deriva dalla dinamo: un flusso di metallo fuso all’interno del nucleo del pianeta che produce una corrente elettrica. Sulla Terra la dinamo è ciò che fa puntare gli aghi della bussola verso nord ma su Marte, si è estinta miliardi di anni fa.

«Le nostre ricerche hanno confermato che la dinamo marziana era attiva tra i  4,5 e i  3,7 miliardi di anni fa – spiega Anna Mittelholz, autrice dello studio –   conoscere la timeline della dinamo significa comprendere un parte importante dell’evoluzione di un pianeta. La dinamo ci da informazioni  sulla storia termica del pianeta, sulla sua evoluzione e sul suo stato attuale ed è unica per ciascuno dei pianeti terrestri Terra, Marte, Venere e Mercurio».

Le rocce magnetizzate, situate sopra e sotto la superficie, forniscono buoni indizi sulla storia magnetica di un pianeta. In particolare le rocce vulcaniche possono essere considerate l’esempio migliore dato che mentre si raffreddano e si solidificano in presenza di un campo magnetico, i minerali al loro interno registrano il campo magnetico globale. Grazie ai processi di datazione di queste rocce gli scienziati sono riusciti a confermare il periodo di attività della dinamo in un determinato periodo di tempo –  tra 4,3 e 4,2 miliardi di anni fa –  anche se l’assenza di magnetismo su tre grandi bacini che si sono formati circa 3,9 miliardi di anni potrebbe indicare l’inattività della dinamo in quel periodo.

I ricercatori si sono serviti dei dati ottenuti da Maven e hanno confermato l’esistenza di un campo magnetico provenente dal flusso di lava nel bacino Lucus Planum che si è formato meno di 3,7 miliardi di anni fa, più tardi rispetto agli altri bacini presi in considerazione dallo studio. Gli scienziati hanno anche rilevato alcuni campi magnetici a bassa intensità sopra il bacino boreale nell’emisfero nord del pianeta, un’area che si è formata 4,5 miliardi di anni fa ed è ritenuta una delle zone più antiche di Marte.

«Abbiamo una serie di dati che indicano segni di attività della dinamo in un periodo di tempo in cui si riteneva fosse già ferma – commenta Catherine Johnson, co-autrice dello studio – e di una dinamo attiva quando Marte era ancora molto giovane».

Lo studio offre due possibili spiegazioni per la discrepanza dei dati: la dinamo potrebbe essersi fermata prima della formazione dei bacini per poi riattivarsi prima della nascita di Lucus Planum, oppure gli impatti che hanno creato i bacini hanno spostato la parte di crosta contenente quei minerali che possono contribuire alla presenza di un forte magnetismo.

I risultati dello studio sono promettenti e gli scienziati saranno in grado di scoprire di più sul magnetismo marziano osservando da vicino alcun aree del pianeta. In particolare i crateri del pianeta rosso sono il prossimo target per studi di questo tipo e la loro esplorazione potrebbe avvenire per mezzo di droni, in grado di raggiungere più velocemente gli obiettivi previsti.

Fulvia Croci: Giornalista