Come molti progetti piccoli e grandi, il James Webb Telescope in questo momento è in standby. Anche la Nasa infatti si è adeguata alle misure di sicurezza per arginare la diffusione del Covid-19. Il che ha decretato lo stop alle operazioni di integrazione e test sul colossale telescopio spaziale che dovrebbe diventare l’erede di Hubble. Il suo lancio è attualmente fissato per il 30 marzo 2021. Ma questa data è ormai quasi certamente destinata a slittare, aumentando così il ritardo già accumulato – circa 12 anni sulla tabella di marcia iniziale.

Eppure, ha fatto sapere ieri l’agenzia spaziale statunitense, il fermo del James Webb è avvenuto in grande stile. La Nasa ha infatti diffuso un aggiornamento sull’ultima attività del telescopio prima di entrare temporaneamente in letargo: il completo dispiegamento del suo specchio principale. Si tratta di un traguardo chiave, perché il James Webb ha assunto per la prima volta la stessa configurazione che avrà nello spazio. Una volta aperto, lo specchio misura 6,5 metri di diametro: questo strumento consentirà al telescopio di scrutare il cielo con una precisione mai raggiunta prima. Il team della Nasa ha in programma di svolgere il test di apertura dello specchio soltanto un’altra volta qui sulla Terra, prima di impacchettare il telescopio e spedirlo in Guiana Francese, dove avverrà il liftoff.

La prova si è svolta a inizio marzo nel centro Northrop Grumman Space Systems di Redondo Beach, California. Qui si trova attualmente il James Webb in letargo, al sicuro in una camera bianca. Si prevede una ripresa almeno parziale delle attività nel giro di un paio di settimane, ma la Nasa darà ulteriori aggiornamenti in base all’evoluzione dell’emergenza Covid-19. Anche in condizioni normali, questa fase sarebbe comunque delicata per il successore di Hubble. Completato l’assemblaggio lo scorso agosto, è infatti iniziata la complessa procedura dei test ambientali. Una particolare struttura di compensazione della gravità è stata attaccata allo specchio del telescopio, per simulare le condizioni a zero-G dello spazio. Questo rende i test molto più complessi, con un gran numero di tecnici e ricercatori coinvolti – una ragione in più per attenersi alle attuali misure di sicurezza e rimandare i prossimi passi.

Nel frattempo, il team californiano può ritenersi soddisfatto di aver visto il James Webb Telescope con le “ali spiegate” appena prima del suo breve letargo.  «L’apertura completa dello specchio – commenta Lee Feinberg, che gestisce gli elementi ottici del telescopio al Goddard Space Flight Center della Nasa – è un’altra tappa significativa. Dimostra che Webb si aprirà come deve nello spazio. È un grande risultato, e un’immagine di grande ispirazione per tutta la squadra».