Una cartolina ‘spaziale’ senza precedenti, quella prodotta dal rover della Nasa Curiosity. Attraverso le foto scattate lo scorso novembre, è stata elaborata per la prima volta un’immagine panoramica, completa e dettagliata, della piana di Glen Torridon. L’immagine è il risultato della somma di oltre mille foto, per un totale di 1,8 miliardi di pixel. Per il rover, che studia il pianeta rosso dal 2012, sono state necessari quattro giorni per un totale di sei ore e mezza per catturare i singoli scatti.

L’area immortalata da Curiosity è una depressione posta sul fondo del cratere Gale particolarmente ricca di rocce che contengono filosilicati, minerali argillosi che si formano nell’acqua che potrebbero fornire indizi sugli antichi laghi che erano presenti nella zona.

All’interno del cratere Gale, in passato, sono stati identificati sedimenti antichi con molecole organiche a base di carbonio, tra cui il tiofene, tornato al centro di un nuovo studio che ha indagato la sua possibile origine. Il composto è presente sulla Terra nel carbone, nel petrolio greggio e – curiosamente – anche nei tartufi bianchi. La ricerca ha provato ad identificare diversi percorsi biologici che avrebbero potuto portare alla formazione del tiofene.

Le molecole di tiofene sono composte da quattro atomi di carbonio e un atomo di zolfo, e sia il carbonio che lo zolfo sono elementi bio-essenziali. Su Marte, però,  non è da escludere la possibilità che la formazione di tali molecole provenga da processi non biologici, al contrario di quanto avviene sul nostro pianeta. Gli impatti meteorici forniscono una possibile spiegazione abiotica. I tiofeni possono anche essere creati attraverso la riduzione termochimica del solfato, un processo che prevede il riscaldamento di un insieme di composti a 120 gradi Celsius o più.

Nello scenario biologico invece, i batteri, che si pensa potessero esistere più di tre miliardi di anni fa, quando Marte era più caldo ed umido, avrebbero potuto facilitare un processo di riduzione dei solfati portando alla formazione dei tiofeni.

Sebbene Curiosity abbia fornito molti indizi validi, utilizza tecniche che dividono molecole più grandi in componenti, in modo che gli scienziati possano solo osservare nel dettaglio. A fornire un valido sarà la prossima missione, ExoMars2020, il cui lancio è programmato a luglio di quest’anno, dotata di strumenti in grado di consentire la raccolta di molecole.