Studiare la Terra come fosse un esopianeta per capire meglio gli esopianeti. Può sembrare contraddittorio ma così non è. Saper riconoscere cosa caratterizza ad esempio l’atmosfera del nostro pianeta visto con gli occhi di chi studia un pianeta extra sistema solare, fornisce elementi utili per meglio identificare possibili altre terre non solo dal punto di vista delle dimensioni e della sua composizione interna.

È quanto hanno fatto un team di astronomi usando il Large Binocular Telescope in Arizona, telescopio realizzato grazie ad una partnership tra Italia, Germania e Stati Uniti. Gli astronomi, infatti, hanno approfittato di una eclissi lunare (quando la Terra si frapporne tra il Sole e il nostro satellite) registrando la la luce filtrata dall’atmosfera terrestre e riflessa dalla Luna in un dettaglio unico. Oltre all’ossigeno e all’acqua, per la prima volta sono state rilevate nella nostra atmosfera le linee spettrali atomiche di sodio, calcio e potassio.

Quando un esopianeta transita davanti alla sua stella madre, gli astronomi possono essere in grado di analizzare l’atmosfera del pianeta attraversata dalla luce stellare rivelando l’impronta della firma chimica e fisica del pianeta e offrendo la principale possibilità di misurare i componenti atmosferici del pianeta. In astrofisica, questa tecnica si chiama spettroscopia di trasmissione ed è una tecnica relativamente giovane in forte espansione.

«Mentre finora si applica solo ai simil-Giove, pianeti di grandi dimensioni, in orbita vicino alla loro stella madre, siamo più interessati ai pianeti simili alla Terra e se siamo in grado di rilevare firme molecolari più complesse in un eso-spettro simila alla Terra, potrebbe anche suggerire presenza di vita», spiega Klaus Strassmeier dell’Istituto di astrofisica di Leibniz a Potsdam (AIP), autore principale dello studio pubblicato su The Astrophysical Journal.

La luce del sole che attraversa l’atmosfera terrestre prima che raggiunga la Luna e che si riflette sulla Terra si chiama Earthshine o anche il “bagliore di Da Vinci”, che fu il primo a descrivere questo fenomeno.

L’atmosfera terrestre contiene molti sottoprodotti di attività biologica, come ossigeno e ozono in associazione con vapore acqueo, metano e anidride carbonica. Prendendo la Terra come prototipo di un pianeta abitabile, le osservazioni dell’Earthshine offrono la possibilità di verificare la presenza di eventuali elementi biogenici e chimica correlata, sfruttando le stesse tecniche per l’osservazione degli esopianeti.

Al momento tale analisi è possibile per pianeti giganti che orbitano vicino alla loro stella, ma quando saranno pronti i grandi telescopi del futuro tali analisi potranno essere realizzate anche per pianeti di dimensioni inferiori.