RACCHIUSI IN METEORITI/I cristalli si sono formati oltre 4,5 miliardi di anni fa e conservano i segni dei primi eventi che hanno avuto luogo nel nostro Sistema Solare. Lo studio fornirebbe la prima prova concreta dell’attività – a lungo sospettata – del Sole

Ilaria Marciano30 luglio 2018

Come si è formato il Sole? Essendo più ‘vecchio’ della Terra, è difficile trovare tracce chimiche dei suoi primi momenti di vita. Ma in nuovo studio, pubblicato su Nature Astronomy, antichi cristalli di colore blu intrappolati sui meteoriti collezionati al Field Museum di Chicago, hanno svelato nuovi indizi sul passato della nostra stella. E a quanto pare, sembra aver avuto un inzio turbolento. “Il Sole era molto attivo nei primi anni di vita, aveva più eruzioni ed emetteva flussi intensi di particelle cariche” afferma Philipp Heck, autore dello studio. “Non esiste quasi nulla nel Sistema Solare così vecchio da confermare davvero l’attività passata del Sole, ma questi minerali provenienti dalle meteoriti nelle collezioni del Field Museum sono abbastanza antichi: probabilmente sono i primi minerali che si sono formati nel Sistema Solare”.I minerali che Heck e i suoi colleghi hanno osservato sono microscopici cristalli di ghiaccio blu conosciuti come hibonite, e la loro composizione porta segni distintivi delle reazioni chimiche che si sarebbero verificate solo se il Sole, agli albori della sua formazione, avesse emesso molte particelle energetiche. “Questi cristalli si sono formati  oltre 4,5 miliardi di anni fa e conservano i segni dei primi eventi che hanno avuto luogo nel nostro Sistema Solare. Anche se sono molto piccoli – meno di 100 micron di diametro – mantengono ancora gas nobili che sono stati prodotti attraverso l’irradiazione dal giovane Sole tanto tempo fa”, dichiara Levke Koop, autore principale dello studio.

Prima della formazione dei pianeti, il Sistema Solare era costituito unicamente dal Sole, con un enorme disco di gas e polvere che si muoveva a spirale attorno ad esso. La temperature si aggiravano attorno ai 1500 ° C. Quando il disco ha iniziato a raffreddarsi, cominciarono a formarsi i primi minerali – cristalli di hibonite blu. Questi cristalli contengono elementi come calcio e alluminio. Dopo essersi formati, il giovane Sole ha continuato a brillare, diffondendo nello spazio particelle subatomiche. Alcune di queste hanno colpito i cristalli di hibonite, così gli atomi si sono divisi in atomi più piccoli – neon ed elio – che sono rimasti intrappolati dentro ai cristalli per miliardi di anni.

Secondo gli scienziati, questi cristalli sono stati incorporati in rocce che alla fine sono cadute sulla Terra come meteoriti. In passato i ricercatori hanno esaminato le meteoriti per cercare prove dell’attività del Sole ma non hanno trovato nulla. Questa volta, esaminando i cristalli con uno spettrometro di massa in Svizzera – una macchina di dimensioni di un garage in grado di determinare la chimica degli oggetti – il team è riuscito ad ottenere un segnale sorprendentemente ampio che mostra chiaramente la presenza di elio e neon. Scondo quanto affermato dal team di ricercatori, le tracce dei due elementi fornirebbero la prima prova concreta dell’attività – a lungo sospettata – del Sole.