REPORT/Da un nuovo rapporto dell’Ispettore generale della Nasa emergono alcuni dubbi sulla possibilità di commercializzare la Stazione spaziale internazionale nei tempi previsti

Giulia Bonelli1 agosto 2018

Quale sarà il futuro della Stazione spaziale internazionale? Da anni questa domanda è di fondamentale importanza per tutti i paesi che partecipano al progetto Iss, una tra le più complesse opere ingegneristiche mai realizzate dall’uomo. Attualmente la data prevista per il pensionamento della stazione è il 2024: da quel momento in poi si dovrebbe procedere a un piano di privatizzazione, per un futuro riutilizzo della stazione o di alcuni suoi moduli da parte di aziende private. Costruire una nuova potenza finanziaria attorno alla Iss potrebbe infatti aiutare le agenzie spaziali a concentrarsi sui nuovi obiettivi strategici come l’orbita cislunare Marte, conservando l’eredità scientifica della stazione e risparmiando al tempo stesso sui costi.

Ma in un report appena diffuso dall’ufficio dell’Ispettore generale della Nasa emergono alcuni dubbi sulla possibilità della commercializzazione della Iss nei tempi previsti. Il motivo principale di questo scetticismo riguarda il fatto che gli esperimenti scientifici previsti dall’agenzia statunitense potrebbero non essere completati entro il 2024 – soprattutto quelli destinati a testare gli effetti delle radiazioni sul corpo umano nelle missioni di lunga durata, essenziali per i futuri viaggi verso lo spazio profondo. Dopo la volontà, già affermata a giugno, di voler mantenere il controllo generale sulle operazioni scientifiche almeno fino al 2025, la Nasa sembra quindi suggerire un ulteriore passo indietro rispetto alla cessione della Iss al settore privato. Auspicando invece un ritorno a missioni di un anno, simili a quella che nel 2015-16 ha visto coinvolti l’astronauta americano Scott Kelly e il cosmonauta russo Mikhail Kornienko. “I ricercatori della Nasa – afferma il report – hanno identificato almeno 11 rischi per la salute umana che potrebbero beneficiare di queste aggiuntive missioni di lunga durata, che potrebbero fornire molti più dati sull’effetto della microgravità sul corpo umano rispetto alle missioni standard di 6 mesi.”

Missioni più lunghe implicherebbero anche una presenza sulla stazione oltre il 2024: secondo l’Ispettore generale, avrebbe senso valutare un prolungamento di ulteriori 4 anni, quindi fino al 2028. Un’operazione che però costerebbe alla Nasa tra i 3 e i 4 miliardi di dollari all’anno – fondi che l’agenzia sperava di poter indirizzare verso i programmi di esplorazione di Luna e Marte. “Di conseguenza – ammette il report – i manager Nasa dovrebbero affrontare sfide notevoli per mantenere la Iss nella sua struttura attuale tentando al tempo stesso di finanziare altre iniziative di esplorazione spaziale come il Lunar Orbital Platform-Gateway e le missioni con equipaggio su Marte.” Un compromesso sarebbe una gestione ibrida pubblico-privata a partire dal 2025 – opzione però ancora tutta da valutare, anche in base all’accumulo dei ritardi dei voli commerciali statunitensi.