Blue Origin ritorna in pista con il sesto volo di New Shepard, il razzo riutilizzabile della compagnia del numero uno di Amazon Jeff Bezos.

Dopo una pausa di oltre sette mesi dagli ultimi test di volo, il razzo è decollato ieri, 11 dicembre, dal sito di lancio della società in Texas, dopo un ritardo di 24 ore causa maltempo. A bordo, la Crew Capsule 2.0 –  destinata a trasportare i futuri turisti spaziali durante i voli suborbitali- si è regolarmente staccata dal razzo madre per poi atterrare autonomamente circa 10 minuti dopo il lancio grazie all’uso dei paracadute che ne riducono la velocità, nel deserto del Texas.

Anche il razzo è atterrato correttamente come previsto. All’interno della capsula, per ora, nessun passeggero ma otto esperimenti scientifici sviluppati dalla Nasa.  A volare sono stati anche due progetti di natura educativa e insieme ad essi migliaia di cartoline inviate da alcuni studenti selezionati dalla società, un gesto volto a incoraggiare gli studenti a perseguire carriere scientifiche e ingegneristiche.

Il nuovo volo  di successo di New Shepard avvicina sempre più la compagnia al primo volo con equipaggio, ma i piani di voler aprire le porte al turismo spaziale già entro la fine dell’anno, sembrano ovviamente poco realistici. Secondo Blue Origin,  occorreranno altri due voli di prova senza equipaggio prima del ‘grande passo’.

«Tutto sommato, il volo di oggi rappresenta un ulteriore passo nella verifica di New Shepard,  per il volo spaziale umano», ha dichiarato Ariane Cornell di Blue Origin. «Abbiamo pianificato un altro paio di voli prima di arrivarci, ma ci prenderemo il nostro tempo, passo dopo passo».