Più si allontana dal ‘cuore’ del Sistema Solare e più il suo ritmo si fa pacato: è quanto avviene al vento solare – il flusso di particelle cariche emanato dalla nostra stella – secondo le misurazioni effettuate dalla sonda New Horizons. I rilievi sono stati effettuati dallo strumento Swap (Solar Wind Around Pluto) e i risultati dell’indagine, coordinata dal Southwest Research Institute di San Antonio (Usa), sono stati recentemente pubblicati su The Astrophysical Journal (articolo: “Slowing of the Solar Wind in the Outer Heliosphere”).

L’influenza del Sole sull’ambiente spaziale si estende ben oltre i pianeti del Sistema Solare esterno e le misurazioni dello strumento Swap mostrano nuove sfaccettature relative ai cambiamenti di tale ambiente in relazione alla distanza. La zona remota in cui New Horizons ha effettuato la sua indagine era stata precedentemente visitata solo dalle sonde Pioneer 10 e 11 e dalle Voyager 1 e 2, che l’avevano esplorata con strumenti ora superati dalle capacità di Swap.

Questo dispositivo ha misurato giornalmente sia il vento solare, sia delle componenti-chiave nell’eliosfera esterna, chiamati ioni interstellari pickup. Questi ioni si formano quando il materiale neutro dello spazio interstellare penetra nel Sistema Solare e viene ionizzato dalla luce del Sole oppure dalle interazioni con gli ioni del vento solare. Questo flusso, quando si spinge particolarmente lontano dalla nostra stella, si imbatte in crescenti quantità di materiale dallo spazio interstellare; il vento solare raccoglie questo materiale quando è ionizzato e reagisce riscaldandosi e rallentando la sua corsa. Questo processo sinora era stato solo teorizzato ed è stato confermato grazie a Swap.

Oltre al rallentamento, Swap ha rilevato cambiamenti nella temperatura e nella densità del vento solare; questi dati, secondo gli studiosi, potrebbero essere utili per capire quando New Horizons potrà raggiungere le due sonde Voyager oltre il termination shock, vale a dire l’area di confine dove il vento solare rallenta e scende al di sotto della velocità del suono man mano che si avvicina al mezzo interstellare. In base agli attuali livelli di attività solare e di pressione del vento, bassi in ambedue i casi, quest’area di confine dovrebbe essere più vicina al Sole rispetto a quando l’hanno oltrepassata le due Voyager; quindi, New Horizons potrebbe raggiungerla già verso la metà del prossimo decennio.

(Crediti della foto: Southwest Research Institute – NASA e Adler Planetarium)