Si è aperta lunedì scorso la 70° edizione dell’International Astronautical Congress (IAC), in programma a Washington, in Usa, fino al 27 ottobre. Ad aprire i lavori il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, e Presidente del National Space Council,  (nella foto in alto) che ha ribadito il concetto primario di Donald Trump, America First, anche nel settore aerospaziale.

Celebrati ovviamente i protagonisti della conquista della Luna, di cui quest’anno ricorre il cinquantenario: George Amstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins a cui è stato attribuito lo IAF World Space Award 2019, presente alla cerimonia l’Amministratore della NASA Jim Brindestine e l’astronauta dell’Apollo 11 Buzz Aldrin.

 

Al consueto giro degli stand dei vertici dell’International Astronatical Federation e dei Capi Agenzia non poteva mancare la sosta al padiglione dell’Agenzia Spaziale Italiana. In questa foto il Presidente Giorgio Saccoccia illustra ai suoi ospiti, Jean-Yves Le Galle e Pascale Ehrenfreund, Presidente e Vicepresidente dello IAF, lo spazio dell’Asi.

Ovviamente non sono mancati i momenti di confronto, come quello organizzato dall’ASI dedicato al ruolo dell’Osservazione della Terra come pilastro della Space Economy e delle strategie industriali del futuro. All’evento, introdotto dal Presidente Saccoccia e moderato da Maria Cristina Falvella, responsabile Asi delle strategie e della politica industriale, hanno partecipato rappresentanti del mondo istituzionale, industriale ed accademico europeo e americano: Joseph Aschbaker, Direttore Esa per l’Osservazione della Terra, Oscar Valdes Solorzano, Market Developer della Gsa, Giovanni Sylos Labini, vice Presidente di Earsc, Agniezska Lukaszczyk, senior director della società Usa Planet, Massimo Comparini, Ceo di e-Geos e Danielle Wood, professore dell’Mit (USA). L’iniziativa ha permesso di evidenziare alcuni aspetti particolarmente interessanti dell’economia dello spazio e soprattutto il valore aggiunto che l’infrastruttura spaziale e le informazioni da essa derivate possono fornire a sistemi sempre più moderni ed efficienti. Asi ha da tempo avviato una riflessione sulle potenzialità dello sfruttamento delle attività spazio che oggi rappresentano uno dei settori di investimento a maggiore ricaduta (ritorno stimato di 1 a 7 sul territorio nazionale e con un trend di ulteriore crescita) ed è uno dei Paesi più all’avanguardia nello sviluppo , la gestione e lo sfruttamento dei programmi per l’Osservazione della Terra (Cosmo –SkyMed e Prisma). Il presidente Saccoccia ha inoltre evidenziato come «stiamo vivendo un’evoluzione culturale che implica la scelta di nuove priorità, la necessità di comprendere i nuovi parametri guida, così da fornirci un quadro adeguato per avviare nuove iniziative e indirizzare investimenti. Ma non è solo una sfida economica. È una responsabilità istituzionale, necessaria per rispondere alle sfide della società e contribuire ad una crescita intelligente».

Vanno inoltre segnalati due accordi: il primo tra l’Agenzia Spaziale Italiana e quella Australiana, firmato alla presenza del ministro dell’Industria, Scienza e Tecnologia australiano, Hon Karen Andrews. Un memorandum di intesa che impegna i due paesi a cercare la massima collaborazione nell’ambito di diversi campi del settore spaziale. La firma è stata quella del presidente Giorgio Saccoccia e del vicepresidente dell’Agenzia spaziale australiana, Anthony Murfett.

Altro accordo quello tra Nanorack e Kayser Italia, due realtà industriali molto lontane come origini: la prima nata nel 2009 in un garage del Texas; la seconda una piccola e media impresa italiana, una società di ingegneria del sistema aerospaziale privata indipendente di proprietà della famiglia Zolesi dal 1995 ed è di proprietà italiana al 100%. Entrambe le società hanno trovato nella Stazione Spaziale Internazionale la possibilità di svilupparsi. «La notizia ha molto rilievo – è il commento del Responsabile Volo Umano dell’ASI, Gabriele Mascetti – per un duplice aspetto: da un lato, mostra la crescente attenzione dei privati verso il settore spaziale, quale contesto per sviluppare nuovi mercati; una sfida importante, che un domani potrà essere la chiave per sostenere l’esplorazione umana dello spazio verso mete ambiziose; dall’altro, è un’evidenza della credibilità e della rilevanza del tessuto industriale italiano in ambito spazio, capace di attrarre investimenti stranieri a sostegno della space economy».

Infine sono stati annunciati i nominativi che entreranno a far parte della Hall of Fame dello IAF. Tra i premiati, secondo italiano di sempre, Roberto Battiston, già Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. Venerdì 25 la premiazione.