Un fattore chiave per determinare se un pianeta può ospitare la vita o meno sembra essere ‘racchiuso’ nelle correnti degli oceani presenti sulle lune ghiacciate del nostro Sistema Solare. A sostenerlo è un nuovo studio che ha combinato i dati di quattro mondi oceanici più interessanti per la comunità scientifica, per creare un modello che illustri i movimenti delle acquee nel sottosuolo.

Protagoniste di questa nuova ricerca sono le lune di Saturno, Encelado e Titano, e le lune di Giove Europa e Ganimede. Lo studio ha cercato di determinare in che modo i fattori come la velocità di rotazione, lo spessore della crosta ghiacciata e la densità del mare potrebbero influenzare la quantità di acqua che si muove in questi oceani nascosti.

I risultati, pubblicati su Geophysical Research Letters, suggeriscono che l’oceano su Encelado  – e forse anche su Titano – potrebbe ospitare correnti alternate e un flusso di calore particolarmente forte vicino ai poli. Per quanto riguarda Europa, poiché la sua rotazione è meno significativa, sembra che il flusso di calore più evidente sia vicino all’equatore, mentre su Ganimede gli scienziati non sono riusciti a formulare un modello di corrente oceanica per via dei pochi dati su questa luna. 

Stabilire tali attività all’interno dei mondi oceanici è un indicatore promettente per coloro che si domandano se tali oceani potrebbero ospitare la vita. «Le dinamiche oceaniche sono davvero importanti per l’abitabilità. Ci danno un’idea di cosa succede e come potrebbero scorrere sostanze nutritive da un luogo ad un altro», ha commentato Alyssa Rhoden, scienziata del Southwest Research Institute.

Più volteggianti e vorticose sono le correnti e maggiori sono le probabilità che gli ingredienti della vita possano effettivamente ‘scontrarsi’. Ovviamente per ora non esistono dati certi che supportino questi modelli. Solo future missioni comeb Europa Clipper della Nasa e Jupiter Icy Moons Explorer (Juice) dell’Agenzia spaziale europea, potranno dimostrare queste teorie.