La tempesta che ha attanagliato il pianeta per tre mesi sta regredendo e i tecnici della Nasa sperano di poter riprendere i contatti con il rover

Valeria Guarnieri 31 agosto 2018

Ampie schiarite nei cieli di Marte: è questa la novità nel meteo del pianeta che dal 30 maggio in poi è stato bersagliato da una tempesta di polveri a livello globale. La bufera, che ha costretto ad un riposo forzato il rover Opportunity della Nasa, ha iniziato a placarsi, facendo sperare in una ripresa delle attività per il 15enne esploratore. Il rover, alimentato dall’energia solare, è stato in stand-by nella zona della Perseverance Valley; ora che il Sole si sta facendo largo tra la foschia residua della tempesta, gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory della Nasa sperano che Opportunity riceva luce sufficiente per attivare automaticamente le procedure di ripristino delle sue funzioni.

I tecnici, che hanno avuto l’ultimo contatto con il rover lo scorso 10 giugno, hanno messo a punto un piano in due fasi per cercare di ripristinare i collegamenti, da attuare dopo che il livello di particelle nell’atmosfera marziana sarà calato al di sotto di 1,5 tau. Allo stato attuale, le ‘condizioni di salute’ di Opportunity sono sconosciute, ma fa ben sperare il fatto che lo strumento Marci (Mars Color Imager) a bordo della sonda Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) della Nasa abbia rilevato che non ci sono perturbazioni attive nel raggio di 3000 chilometri dalla zona dove si trova il rover. La prima fase del piano messo a punto dal team del Jpl prevede una serie di tentativi di contatto tramite le antenne del Deep Space Network della Nasa, in un arco di tempo di 45 giorni. La risposta di Opportunity potrebbe anche non arrivare: tra le cause, i tecnici hanno messo in conto le polveri depositatesi sui pannelli del rover e il freddo di Marte. A questo punto scatterebbe la seconda fase, definita di ‘ascolto passivo’, della durata di alcuni mesi; in questo lasso di tempo, potrebbe verificarsi un fenomeno meteorologico chiamato ‘diavolo di polvere’ (dust devil) che sarebbe utile per ripulire i panni di Opportunity.

I dust devil, che sulla Terra si presentano come piccole trombe d’aria tipiche delle zone desertiche, sono stati individuati per la prima volta in versione marziana nel 2004 proprio per il fatto di aver pulito Opportunity e il suo collega Spirit, facendo innalzare il livello di carica delle loro batterie. In ogni caso, il team del Jpl è consapevole che un’eventuale risposta da parte del rover dormiente non equivale al fatto che sia tornato perfettamente operativo, anche se durante la sua lunga permanenza su Marte ha affrontato tante sfide e momenti difficili. Sino all’ultimo contatto, comunque, la missione di Opportunity è stata da primato: progettato per avere una vita operativa di 90 giorni, il rover è stato attivo quasi 60 volte di più rispetto al previsto.