È tornata sulla terra lo scorso 19 luglio, tramite u7n rientro controllato, la stazione spaziale cinese Tiangong-2  che si è inabissata in una zona remota del Sud Pacifico, quando in Italia erano circa le 15.  L’annuncio, è stato fatto dal China Manned Space Office. Un rientro “morbido” dunque, a differenza di quanto accaduto nell’aprile dello scorso anno con la Tiangong-1. In questo caso infatti i collegamenti con la stazione erano ancora funzionanti ed è stato possibile procedere al deorbiting, senza particolari problemi.

Tiangong-2 ha compiuto una serie di orbite sempre più eccentriche fino al raggiungimento dell’atmosfera. Così facendo, la maggior parte dei detriti parte del modulo abitativo e dei pannelli solari, si sono disintegrati e poi dissolti nell’atmosfera per via delle altissime temperature.

Il laboratorio spaziale, lungo 10,4 metri, è stato lanciato nel settembre 2016 e ha ospitato un equipaggio composto da due astronauti. Con il rientro della stazione, la Cina ha posto fine al programma Tiangong ed è rimasta, per la prima volta dal 2011, senza un avamposto orbitante, in grado di ospitare missioni umane. La Cina, conta di interrompere la permanenza in orbita bassa solo per un periodo limitato di tempo: nei suoi programmi c’è già  la messa in orbita di una stazione spaziale permanente, con assemblaggio previsto nel 2022. L’avamposto, avrà una vita operativa di 10 anni ed ospiterà tre taikonauti per fare ricerca in microgravità.

Le parti dell’avamposto, saranno messe in orbita grazie a una versione modificata del razzo Lunga Marcia 5, il più potente mai costruito dalla Cina, il cui sviluppo, ha però subito un arresto la scorsa primavera, per vari problemi tecnici. Il vettore, una volta pronto,  porterà in orbita anche altre sonde come quelle  del programma per l’esplorazione lunare Chang’e e una missione diretta su Marte, in partenza nell’estate del 2020.

Nonostante i problemi tecnici al sistema di lancio, la Cina continua a lavorare sull’agenda spaziale. Lo scorso 12 giugno  l’agenzia spaziale cinese e l’Unoosa, l’ufficio delle Nazioni Unite che si occupa di spazio, hanno reso noto che sono stati selezionati 9 esperimenti internazionali da portare a bordo della nuova stazione. Gli esperimenti coprono diversi settori dalle scienze della vita alla biotecnologia, dalla la fisica all’astronomia gravitazionale e tra i progetti vincitori, c’è anche l’Italia.  Dopo la conquista dell’orbita bassa e l’esplorazione di Luna e Marte, il programma spaziale cinese  dedicherà le proprie risorse allo studio di un asteroide e di una cometa che saranno oggetto di una missione robotica in programma fra tre anni.