È uno scontro titanico, quello che si sta preparando a circa 2.5 miliardi di anni luce da noi. Protagonisti sono due buchi neri supermassicci che si stanno avvicinando tra loro in una spirale mortale. Presto questi giganti cosmici, la cui massa è oltre 800 milioni di volte quella del nostro Sole, saranno coinvolti in una drammatica esplosione. Il futuro riguarda ovviamente la nostra prospettiva terrestre: osservare oggetti celesti così distanti è come andare indietro nel tempo a quando l’universo era 2.5 miliardi di anni più giovane.

A svelare questo scenario un team di ricerca coordinato dalla Princeton University, che ha pubblicato i risultati su The Astrophysical Journal Letters. Ma l’aspetto più interessante della scoperta riguarda ciò che succederà dopo lo scontro. Con la fusione, i buchi neri emetteranno infatti quelle increspature dello spazio tempo che ultimamente stanno cambiando il modo di osservare il cosmo: le onde gravitazionali.  Nel loro presente in realtà i due buchi neri stanno già emettendo queste onde gravitazionali, ma considerata la distanza dai due oggetti il segnale impiegherà miliardi di anni prima di giungere fino a noi. Nonostante questo, la coppia cosmica resta estremamente utile: la loro scoperta può aiutare gli astronomi a identificare buchi neri simili nelle vicinanze.

“I sistemi binari composti da buchi neri supermassicci – spiega Chiara Mingarelli del Flatiron Institute e co-autrice dello studio – emettono onde gravitazionali che sono milioni di volte più potenti da quelle rilevate da Ligo.” In particolare, secondo le analisi degli scienziati, ci potrebbero essere 112 buchi neri “gemelli” nelle vicinanze. Alcuni di questi, potenzialmente nelle condizioni di avere emesso in passato onde gravitazionali rilevabili nel nostro presente.