Le condizioni ideali in cui la vita avrebbe potuto prosperare su Marte potrebbero essersi verificate 4,5 miliardi di anni fa, a seguito dell’ultima violenta ondata di impatti meteoritici.  Il numero e le dimensioni degli impatti dei meteoriti sul pianeta rosso  e sulla Terra diminuirono gradualmente dopo la formazione dei pianeti, diventando sempre meno frequenti e di minore entità, così da creare le condizioni ideali per consentire alla vita di svilupparsi.

Questo è quanto emerge da un nuovo studio, pubblicato su Nature Geoscience, condotto sui grani minerali di antiche meteoriti che si pensa abbiano avuto origine negli altopiani meridionali di Marte, rimasti quasi del tutto immutati dopo essersi cristallizati sulla superficie miliardi di anni fa. I campioni sono stati confrontati con quelli terrestri e lunari, per cercare caratteristiche da ricondurre agli impatti, come l’esposizione a pressioni e temperature intense. Nello stesso arco temporale circa il 97% dei grani marziani non ha rivelato segni di bruschi cambiamenti termici, mentre l’80% dei grani su Terra e Luna mostrano segni da ricondurre ad un impatto.

I risultati suggeriscono che gli ultimi forti bombardamenti su Marte, 4,5 miliardi di anni fa, potrebbero aver accelerato il rilascio delle acque all’interno del pianeta, e che la superficie marziana sarebbe diventata abitabile ancor prima che sul nostro pianeta. Lo studio consentirà agli scienziati e alle future missioni di definire le aree migliori per il campionamento del suolo marziano alla ricerca di tracce di vita sul pianeta rosso.