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    Categories: cosmo

Origini burrascose per i Trans-Nettuniani

Credits: NASA/APL/SwRI/ESA/STScI

Mondi glaciali e lontani, situati in un’area remota del Sistema Solare, oltre l’orbita di Nettuno: sono gli oggetti Trans-Nettuniani (Tno), un gruppo di corpi celesti – di dimensioni intermedie tra pianeti e comete –  che è protagonista di uno studio appena pubblicato su Nature Astronomy (articolo: “Early formation of moons around large trans-Neptunian objects via giant impacts”). La ricerca, mirata ad indagare gli albori di questi oggetti e dei loro satelliti naturali, è stata condotta da un team di astronomi del Tokyo Institute of Technology e si è basata sia su osservazioni, sia su complesse simulazioni informatiche.

Molto probabilmente i Tno, che comprendono anche il pianeta nano Plutone, si sono formati contemporaneamente al Sistema Solare e quindi approfondire i loro inizi può essere utile per aggiungere ulteriori tasselli al passato del nostro sistema planetario. I più grandi tra questi corpi celesti (con un’ampiezza di oltre 1000 chilometri), inoltre, sono spesso dotati di lune, che dovrebbero essere il frutto di antiche collisioni tra i ‘mattoni’ del Sistema Solare. I ricercatori, che si sono particolarmente focalizzati sui satelliti naturali dei Tno, hanno realizzato in laboratorio oltre 400 simulazioni riguardanti situazioni estreme, quali impatti ed effetti mareali. I risultati ottenuti evidenziano che le dimensioni e le orbite dei sistemi di lune dei Tno più grandi sono compatibili con processi di formazione connessi all’impatto di corpi ‘progenitori’ in uno stato di fusione.

Inoltre, gli studiosi hanno notato che i Tno più grandi possono trattenere il calore interno per pochi milioni di anni; una durata così ridotta – in termini astronomici – si può verificare soprattutto se la fonte di calore è costituita da isotopi radioattivi caratterizzati da una vita breve, come l’alluminio 26. Quindi, dato che i corpi progenitori avrebbero bisogno di questo genere di radionuclidi per trovarsi in una condizione di fusione, i risultati suggeriscono che i sistemi dei Tno dovrebbero essersi formati prima delle migrazioni dei pianeti del Sistema Solare esterno o all’incirca nei primi 700 milioni di anni di storia del nostro sistema planetario. Il team della ricerca, infine, ritiene che un rapido processo di nascita dei Tno è coerente con i più recenti studi in ambito planetario, che suggeriscono per questi oggetti una formazione per accrescimento derivante da piccoli e preesistenti corpi solidi.

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.