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Un’Italia dello spazio più forte

Il presidente dell’Asi illustra le future opportunità in campo spaziale alla luce delle nuove norme approvate unanimemente in parlamento il 22 dicembre

Redazione3 gennaio 2018

di Enrica Battifoglia

Un’Italia dello spazio più forte, grazie a una nuova organizzazione che, “a livello di governo, permetta di riconoscere questo settore come un ambito strategico per il Paese”: così si annuncia il 2018 per il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana(Asi), Roberto Battiston, dopo la riforma che istituisce un Comitato interministeriale che fa capo alla Presidenza del Consiglio.

Le attività spaziali non fanno più capo solo al ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca, ma d’ora in poi hanno come interlocutori più ministeri, come quelli di Difesa, Ambiente, Trasporti, Tesoro e Beni culturali, oltre all’Assemblea delle Regioni. “È del tutto ragionevole – ha osservato il presidente dell’Asi – che strategie di alto livello siano determinate dal governo in un contesto multiministeriale, in modo da definire infrastrutture, investimenti e grandi linee di sviluppo”. La scommessa, ha detto, “è snellire la burocrazia, in modo da poter fornire risposte in modo diretto e immediato”.

Le attività spaziali non sono solo ricerca, ma interessano direttamente piccole e medie imprese e la grande industria. Sono anche fonte di applicazioni importanti per la società, dai servizi di navigazione satellitare alle immagini della Terra rilevate dai satelliti.

“Il 2018 sarà l’anno dello sfruttamento dei dati dello spazio – ha osservato Battiston -. Se per fatturato e numero di addetti lo spazio non è tra le più grandi realtà, lo è per qualità del prodotto e livello tecnologico: in questo senso ha un ruolo trainante e strategico per il Paese”.

I dettagli della nuova organizzazione sono in via di definizione: “Il governo dovrebbe decidere a breve”, ha detto il presidente. Lo statuto dell’Asi dovrà essere modificato, ha concluso Battiston, “in modo da comprendere il ruolo dell’agenzia sul segmento di Terra per lo sviluppo servizi: fare spazio significa anche gestire le attività legate allo sfruttamento dei dati. È una sfida che accogliamo con grande positività e interesse”.

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