Su Europa, il quarto satellite naturale di Giove, si nasconde un ingrediente a noi molto familiare: il sale da tavola, quello che utilizziamo per condire i nostri piatti. Utilizzando un’analisi spettrale nella luce visibile, un team di scienziati del Caltech e del Jet Propulsion Laboratory della Nasa ha scoperto che il colore giallo di alcune aree della superficie gioviana è in realtà cloruro di sodio, che è anche la principale componente del sale marino.

Questo risultato inaspettato, pubblicato su Science Advances, suggerisce che la subsuperficie salata dell’oceano di Europa potrebbe essere chimicamente molto più simile agli oceani terrestri di quanto si pensasse. “Prima si credeva che tutta la spettroscopia interessante fosse quella dell’infrarosso, perché è in questa banda che sono visibili la maggior parte delle molecole importanti per gli scienziati – commenta Mike Brown del Caltech e co-autore dello studio – Per questo nessuno aveva mai analizzato lo spettro della luce visibile su Europa.”

L’intuizione di Brown e colleghi è arrivata a seguito di una serie di osservazioni effettuate dall’Osservatorio Keck sul vulcano dormiente di Maunakea alle Hawaii, dove proprio i dati spetttrali nel visibile avevano permesso di individuare tracce di magnesio. E così gli scienziati del Caltech e della Nasa hanno deciso di fare lo stesso su Europa: utilizzando i dati provenienti dal telescopio spaziale Hubble, sono riusciti a individuare per la prima volta la presenza di cloruro di sodio.

“Il sale – commenta Brown – è un po’ come l’inchiostro invisibile sulla superficie di Europa. Noi siamo riusciti a renderlo visibile grazie ai dati di Hubble degli ultimi 20 anni. È sempre stato lì, semplicemente nessuno prima d’ora aveva pensato di guardare.”