L‘industria spaziale privata è alla conquista dell’orbita bassa terrestre: un nuovo mercato di espansione commerciale. Circa un mese fa la Nasa ha lanciato un bando per nuovi servizi sostenibili nella bassa orbita terrestre in cui la Stazione spaziale internazionale giocherà da pivot.
L’intento dell’agenzia americana è quello di attivare nuove prospettive commerciali per le imprese americane nello spazio della Iss relativamente a portata di mano, e di avere via libera per concentrare le proprie energie su orizzonti più lontani. Tra i progetti pervenuti la Nasa ne ha selezionati 12, tra i quali spuntano i nomi di società come Blue Origin, Lockheed Martin e Boeing: c’è chi propone di costruire delle stazioni spaziali riutilizzando i gusci dei missili lanciati in orbita e chi mira a lanciare moduli commerciali che rimarranno collegati alla Iss per alcuni anni per poi separarsi e formare stazioni private.
Questi habitat potrebbero essere impiegati in molteplici utilizzi, tra cui anche il turismo spaziale. Consolidare un mercato dell’orbita bassa darebbe alla Nasa la possibilità di accedere alla piattaforma commerciale in qualità di cliente principale e di continuare le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e opportunità di volo con costi di gestione condivisi. Per la proposta migliore in palio ci sono 200.000 dollari. Ma dovremo aspettare ancora diversi mesi prima di scoprire chi salirà sul podio di questo nuovo progetto.