Si trova a circa 60 milioni di anni luce dalla Terra, nella costellazione equatoriale della Vergine, e fa parte del vasto ed omonimo Cluster, di cui costituisce una delle più ampie galassie ellittiche: è questa la carta d’identità di Messier 59, protagonista di un ritratto realizzato dal telescopio Hubble per la galleria fotografica dedicata agli oggetti celesti del catalogo Messier. La galassia, nota anche come Ngc 4621, pur avendo dimensioni considerevoli, non è molto massiccia e neanche particolarmente luminosa, visto che può sfoggiare un valore di magnitudine pari a 9,8.

Generalmente, le galassie ellittiche risultano maggiormente evolute rispetto a quelle di forma irregolare e a quelle a spirale, sono abitate da stelle rosse e antiche e il loro tasso di formazione di nuovi astri è drasticamente ridotto, se non addirittura assente. Tuttavia, Messier 59 costituisce un’eccezione perché in essa sono state individuate tracce di stelle neonate, che sono concentrate entro un disco nei pressi del nucleo. Il ‘cuore’ della galassia, inoltre, nasconde un buco nero super-massiccio, dotato di una massa pari a ben 270 milioni di volte quella del Sole. Le peculiarità di Messier 59 non finiscono qui: la galassia ospita una copiosa popolazione di cluster globulari – 2200 – e la sua regione centrale ruota in una direzione opposta in confronto a quella seguita dal resto della struttura; si tratta della regione più piccola, tra quelle delle galassie sinora note, ad avere assunto questo comportamento.

Messier 59 è stata scoperta dall’astronomo tedesco Gottfried Koehler nel 1779, mentre era intento ad osservare la cometa Bode; nella stessa occasione fu scoperta anche Messier 60, che si trova nei paraggi. Successivamente, l’astronomo francese Charles Messier osservò le due galassie e un’altra loro vicina, Messier 58, e le aggiunse al suo celebre catalogo. Il ritratto di Messier 59 è stato realizzato con immagini provenienti da due diversi strumenti di Hubble, Acs (Advanced Camera for Surveys) e Wfpc2 (Wide Field and Planetary Camera 2, attiva fino al 2010); le due fotocamere hanno prodotto ciascuna una foto in più lunghezze d’onda (ultravioletto, vicino infrarosso e luce visibile). Il telescopio ha effettuato questi scatti durante una campagna di osservazioni dedicata alle galassie di tipo più antico, che spesso sono ellittiche e situate vicino al centro degli ammassi galattici. Entità come Messier 59, infatti, sono ritenute di particolare interesse dagli astronomi per ricostruire i processi che hanno portato alla formazione dei cluster.