Senza la Luna non ci sarebbe vita sulla Terra. Questo è quanto emerge da un nuovo studio, secondo il quale  l’acqua sul nostro pianeta sarebbe arrivata per merito del nostro satellite, o meglio, grazie alla sua formazione 4,4 miliardi di anni fa a seguito della collisione di un oggetto della grandezza di Marte con il nostro pianeta.

L’oggetto in questione è conosciuto come Theia e finora si è pensato che avesse avuto origine nel sistema solare interno vicino alla Terra. Tuttavia, il nuovo studio condotto dai ricercatori dell’università di Munster, sostiene che Theia provenga in realtà dall’esterno e che avrebbe trasportato grandi quantità di acqua che hanno permesso alla vita di svilupparsi.  Il team ha analizzato gli isotopi di molibdeno terrestre distinguendo i materiali provenienti dal sistema solare interno ed esterno. Il molibdeno presente oggi nel mantello della Terra si sarebbe formato durante gli ultimi stadi di formazione della Terra mentre il molibdeno formatosi antecedentemente si trova unicamente nel nucleo: questo significa che il materiale carbonioso proveniente dal sistema solare esterno è arrivato più tardi sul nostro pianeta. Inoltre, la maggior parte del molibdeno nel mantello terrestre arriva proprio da Theia, la cui collisione con la Terra ha portato alla formazione della Luna, il che proverebbe che l’oggetto proviene dal Sistema solare esterno. La collisione, secondo lo studio, avrebbe fornito materiale carbonioso sufficiente a giustificare l’intera quantità di acqua presente sulla Terra.

A proposito di acqua, in vista dei futuri piani di colonizzazione di altri mondi, è bene riuscire a sfruttare questa risorsa anche sulla Luna, come materia prima per la produzione di combustibile e di energia (idrogeno, ossigeno) e anche come “acqua potabile”.  Rispetto al nostro pianeta, la Luna rimane però un territorio molto secco. Basti pensare che una tonnellata di terra lunare e roccia contiene solo mezzo litro di acqua.

Un gruppo congiunto di ricercatori dell’Università di Hawaii ha ricostruito il processo di formazione dell’acqua sulla superficie lunare, testando la sinergia tra i protoni del vento solare, i minerali lunari e gli impatti di micrometeoriti. Nel primo gruppo di esperimenti gli scienziati hanno irradiato campioni di olivina, un minerale secco che funge da surrogato del materiale lunare, con ioni di deuterio – come surrogato dei protoni solari. I risultati mostrano che il deuterio – o l’idrgeno – impiantato dal vento solare può essere immagazzinato nella roccia lunare, ma che potrebbe essere necessaria un’altra fonte di alta energie per innescare la formazione di acqua all’interno dei minerali. Così, nel secondo gruppo di esperimenti è stato utilizzato un laser per simulare gli effetti termici di un impatto meteoritico. I risultati suggeriscono che il vapore acqueo si accumulerebbe sotto la superficie all’interno di vescicole che, raggiunta una certa temperatura, scoppierebbero rilasciando acqua dai silicati lunari. Lo studio fornisce nuovi strumenti per comprendere l’origine dell’acqua sulla Luna e su altri corpi senza atmosfera nel nostro Sistema Solare, come Mercurio e gli asteroidi, e fornisce un meccanismo scientificamente valido per tracciare la formazione dell’acqua.