Va alle collaborazioni internazionali dei telescopi spaziali Planck dell’Esa e WMap della Nasa il Premio Giuseppe e Vanna Cocconi per l’astrofisica particellare e la cosmologia istituito nel 2011 in onore dei due fisici italiani del Cern e assegnato ogni due anni dalla European Physical Society (Eps).

La motivazione, come annunciato sul sito dell’Eps è «Per aver fornito misure di alta precisione delle anisotropie di temperatura e di polarizzazione del fondo cosmico a microonde, portando a una conoscenza dettagliata delle proprietà dell’universo e a verifiche di modelli cosmologici e di fisica fondamentale».

Si tratta di un riconoscimento estremamente prestigioso: nel giugno 2017 se lo aggiudicarono Rainer Weiss, Kip Thorne e Barry Baris, i tre scienziati che pochi mesi dopo vennero insigniti del Nobel per la Fisica per la prima rivelazione delle onde gravitazionali.

«A oltre cinque anni dal termine della missione, Planck continua a produrre eccellenti risultati scientifici e a stimolare possibili nuovi scenari per il modello cosmologico standard», racconta a Media Inaf Reno Mandolesi, associato Inaf e principal investigator dello strumento per le basse frequenze (Lfi) di Planck. «Un esempio è l’attuale tensione sul valore della costante di Hubble misurata da Planck e da altre osservazioni astrofisiche, che potrebbe condurre a nuove frontiere. I dati Planck costituiscono il più completo database di riferimento per i futuri esperimenti di Cmb. Planck non è solo una fabbrica di scienza che rimarrà attiva per molti anni a venire, ma anche una missione che continua a ricevere prestigiosi riconoscimenti internazionali. Con questo odierno, il “Giuseppe and Vanna Cocconi Prize”, siamo giunti a quota undici, ed è per tutti noi una grande soddisfazione».

La cerimonia di consegna avverrà il prossimo 10 luglio a Ghent, in Belgio, durante il convegno sulla fisica delle alte energie della European Physical Society.