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Hayabusa2, i segni del touchdown

Una foto scattata a 340 milioni di chilometri dal nostro pianeta fa discutere gli astronomi. È l’immagine realizzata dalla navicella giapponese Hayabusa2, che lo scorso 22 febbraio ha effettuato uno storico touchdown sulla superficie dell’asteroide Ryugu, vero e proprio fossile del Sistema solare.

Scattata a circa 25 metri dal suolo un minuto dopo l’atterraggio, dunque già in fase di risalita, la fotografia è stata realizzata grazie all’Optical Navigation Camera grandangolare a bordo di Hayabusa2.

Oltre all’ombra della stessa sonda, sono due i dettagli interessanti che balzano all’occhio: il primo è un puntino bianco, corrispondente al cosiddetto target marker, un punto di riferimento artificiale che è stato posato sul suolo per facilitare la sonda durante la manovra di avvicinamento.  Il secondo elemento degno di nota è un’area più scura, visibile soprattutto confrontando l’immagine scattata prima del touchdown – dove il cerchio viola del video mostra l’area pianificata per l’atterraggio e la raccolta dei campioni – e quella scattata subito dopo, dove si vede appunto la zona scura.

Secondo gli scienziati della Jaxa questa differenza sarebbe da imputare proprio al touchdown, probabilmente a causa del materiale sollevato durante l’operazione di atterraggio. Per confermare questa ipotesi bisognerà però aspettare il ritorno di Hayabusa2 e dei preziosi campioni raccolti, appuntamento atteso nel 2020.

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica